Avvocati online: affidarsi a un esperto

Risolvere i dubbi andando online

È lecito, è corretto rivolgersi al motore di ricerca, alla ricerca sulla rete, al web quando si ha un problema legale? Quando si ha un problema di tipo giuridico – dal condomino a una multa, a un fatto penale, o anche semplicemente all’interpretazione di una legge, di un regolamento – è conveniente andare a consultare la sterminata e gratuita conoscenza della rete?
Se avevo un problema, se non conoscevo qualcosa, se avevo un dubbio, se temevo di essere malato, fino poco tempo fa andavo da un esperto, consultavo qualcuno che ne sapesse, o, se ero un po’ più raffinato, consultavo un’enciclopedia. Quest’ultima strada, quella dell’informazione fai-da-te era rischiosa, e la maggior parte delle persone lo sapeva e infatti si invitava chi volesse percorrerla a fare attenzione, perché anche se ho conoscenze e competenze in un campo, non è detto che in un campo diverso riesca a orientarmi con quello che sta scritto in un libro, magari un libro o un’enciclopedia di altissima qualità, ma pur sempre necessaria di un filtro per essere interpretata. Famose, e divertentissime in proposito, sono le pagine scritte dall’umorista inglese Jerome K. Jerome nel suo capolavoro “Tre uomini in barca”, in cui il protagonista legge l’enciclopedia medica e si convince di avere tutte le malattie menzionate, eccetto il ginocchio della lavandaia, ma poi, consultato il suo medico, scopre di non soffrire di alcuna malattia.
Ebbene, se si consulta la rete per un problema giuridico il rischio è lo stesso: non capire fino in fondo le conseguenze di una interpretazione sbagliata di una legge, di un provvedimento, di un decreto, e di commettere per questo un errore irreparabile. Da una parte il diritto è infido e adatto solo a specialisti, perché una legge fa riferimento a mille altre leggi, ha un mondo di riferimento che deve essere conosciuto, è spesso scritta in un linguaggio astruso e comunque specialistico (famoso in letteratura è il personaggio manzoniano dell’Azzeccagarbugli, specializzato in interpretazione e sovrinterpretazione delle leggi). Quindi il rischio è lo stesso di Jerome: leggere una cosa e capirne un’altra.

Come usare correttamente il web per la legge

Dunque il web è dannoso per chi vuole avere delle informazioni legali? È sempre sconsigliabile per chi ha un quesito e non si sente – ancora – di ricorrere all’avvocato? Ovviamente la cosa non sta così: il web è la più straordinaria invenzione che l’umanità si è data – dai tempi della scrittura – per diffondere informazioni e conoscenze e quindi anche in questo campo è possibile e necessario, addirittura, trovare sulla rete, tra i motori di ricerca, nei siti web, la risposta a quesiti legali e giuridici. Ma anche in questo campo bisogna stare attenti al fai-da-te, bisogna affidarsi alla guida degli specialisti e, in questo caso, dei consulenti legali. Ci sono servizi online che servono per dare una prima risposta, per orientare chi ha un problema e vuole capirne le conseguenze. Lo studio legale Cimino di Roma, ad esempio, offre gratuitamente un servizio del genere. Inoltre si presenta sul web come uno studio serio e affidabile. In questo caso è utile usufruire della consulenza, prima di intraprendere una strada che porti alla vera e propria consulenza a pagamento.

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